Le note dell’abruzzese Francesco Mammola, tra i 10 mandolinisti migliori al mondo, sbarcano oltreoceano, più precisamente a New York e Boston per una serie di concerti in programma a fine mese sulla East Coast. Mammola, infatti, sarà di scena nella Grande Mela per cinque appuntamenti. Il primo è fissato al 21 novembre, presso la Libreria Harrison. All’esordio farà seguito la performance alla Columbus Citizens Foundation il 22 novembre. Il mandolinista di Pescocostanzo il 23 novembre si esibirà presso la Montfort Academy; mentre il 24 novembre è prevista la Recording session al Teatro Grattacielo. Il tour newyorkese si concluderà il 25 convembre con un Private Event. Sarà tempo, poi, di spostarsi nel Massachusetts. A Boston si esibirà il 27 novembre nel concerto alla St. Joseph Society e il 30 al celebre I Am Books. Il Maestro Mammola sarà accompagnato dal chitarrista campano Alfonso Brandi, altro musicista di rango. Sarà un’occasione da non perdere per le cospicue comunità italiane delle due città americane, New York, un vero crogiolo di culture, e Boston città intellettuale per antonomasia, avere in concerto questo eccezionale duo di talenti, autentico orgoglio della tradizione musicale italiana. Ancor più lo sarà per le associazioni abruzzesi e campane che orbitano nell’area della Grande Mela e nell’hinterland di Boston. Mammola a 33 anni può vantare circa 500 concerti in Italia e all’estero (in templi della musica, come a Londra, Berlino, Vilnius, ed altri) o in luoghi di significativo prestigio, quali la Santa Sede, Expo 2015, i Musei vaticani, o al Quirinale alla presenza del Presidente Sergio Mattarella. Ricco il palmares dei riconoscimenti, tra i quali il Premio Abbado, che fanno del Mammola, docente al Conservatorio Alfredo Casella dell’Aquila, uno dei solisti di mandolino più ricercati e ambiti.
Cosa accade se un bambino ha la passione per la musica ma vive in un’area interna, senza quei collegamenti necessari per poter coltivare questo amore? Può arrivare a dar vita, con il fondamentale sostegno delle Istituzioni, ad una Accademia musicale, proprio in quel luogo dimenticato dai servizi e dalle policy in cui tanto ha faticato per poter portare avanti il suo talento. Questa è la storia che sta dietro all’Accademia musicale dell’Alto Sangro, a Castel di Sangro, che è stata promossa dall’Amministrazione comunale e dal Dipartimento di musica popolare del Conservatorio “Casella” de l’Aquila, nel cuore dell’Abruzzo. Ma, ad onor del vero, a dare il primissimo la a questa importantissima iniziativa, che arricchisce l’offerta formativa di un’area interna, è stato Francesco Mammola, nato e cresciuto a Pescocostanzo, un paesino di poco più di 1.000 abitanti, e oggi maestro mandolinista e docente al Conservatorio, annoverato nel palmarès dei migliori mandolinisti classici viventi. L’Accademia musicale dell’Alto Sangro nasce così nel 2018-2019, su proposta di Francesco che trova immediatamente supporto da parte del presidente della Provincia e sindaco del Comune sangrino, Angelo Caruso: attraverso una convenzione con il Conservatorio de L’Aquila – fruendo della riforma dei conservatori – è stato possibile attivare il ciclo pre-accademico diviso in tre percorsi corrispondenti a tre livelli di formazione, da cui poi proseguire con quella accademica. Un’offerta formativa e didattica importante che viene incontro alle esigenze dei ragazzi che vogliono studiare musica ma vivono nell’entroterra abruzzese. Questo, del resto, è stato il disagio vissuto per anni da Mammola: per Francesco, infatti, non è stato né semplice né facile coltivare la sua passione e il suo talento e, d’altronde, è quasi sempre così per chi nasce in un’area interna, correndo il rischio di veder sfumare i propri sogni. Anche solo raggiungere il più vicino centro urbano per frequentare scuole di musica era impossibile, ma Francesco è andato avanti da autodidatta. Proprio per questo, mentre quella sua passione stava diventando una professione, ha fatto, altresì, in modo di creare e donare qualcosa per il suo paese affinché bambini e ragazzi, come lo era stato lui, avessero la possilità di alimentare quell’amore per la musica. Negli anni in cui frequentava il Conservatorio, anni di studio e sacrifici in cui il mandolino è diventato il suo strumento, Francesco ha potuto perfezionarsi fino ad arrivare nel 2015 alla vittoria del Premio Abbado, istituito dal MIUR e al quale partecipano studenti da tutto il mondo iscritti ai Conservatori italiani: è da questo momento che Francesco ha iniziato a suonare in tutto il mondo. Nonostante il suo successo, però, non si è dimenticato delle sue origini e proprio a Pescocostanzo ha iniziato a dare lezioni private di musica a quei ragazzini che cominciavano a coltivare la sua stessa passione, con il desiderio di restituire al suo paese qualcosa. Qui ha allestito, inoltre, uno studio privato e ha realizzato progetti per le scuole superiori di Castel di Sangro, mettendo anche in piedi un’orchestra e un piccolo coro d’Istituto. Mancava ancora qualcosa che è arrivata grazie alla determinazione di Mammola e al prezioso supporto dell’Amministrazione comunale e provinciale che hanno deciso di investire nella formazione e nel futuro: è nata così l’Accademia musicale. Risultato? Più di 20-25 ragazzi successivamente iscritti al Conservatorio nel giro di pochi anni, con già un primo alunno laureato. Attualmente l’Accademia conta di una cinquantina di iscritti. Le prospettive per il futuro adesso sono molte: in primis, quella di far crescere ulteriormente l’attività dell’Accademia, focalizzando sull’educazione all’ascolto e alla buona musica. Inoltre, c’è in ballo l’idea di promuovere la trasmissione della musica popolare, nell’ottica di una collaborazione con il Dipartimento di Musica Popolare, per mettere insieme alunni, maestri e pubblico, uniti dal desiderio della musica e del buon ascolto. La musica non è solo momento di piacere e viaggio nel mondo dell’ascolto, è condivisione, collaborazione, inclusione, rispetto e solidarietà. Farlo in un’area interna richiede un ulteriore impegno per superare quel gap strutturale ancora molto forte in questo Paese, facendo in modo che altri possano seguire le proprie passioni e attitudini. Decidere di combattere quel divario è una sfida che pone al centro i diritti, vivere in quelle zone è un atto di hardiness che può portare opportunità collettive. Francesco e l’Amministrazione comunale ne sono sicuramente un esempio che merita, anche in questo senso, ascolto e diffusione.

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